240 anni
nel cuore della cittàPrimo teatro del Trentino, il Teatro Zandonai nasce dal fermento culturale della Rovereto aristocratica e borghese del Settecento. La prima pietra viene posata nel 1782 su un terreno acquistato appositamente su Corso Nuovo (ora Corso Bettini) dal conte Francesco Alberti Poja e dal cavaliere Luigi Carpentari di Mittenberg, grazie alla prevendita dei palchi ai nobili della città. Per la realizzazione dell’opera viene scelto l’architetto Filippo Macari Bolognese, allievo di Carlo Galli da Bibbiena, e il progetto si ispira direttamente al Teatro Filarmonico di Verona, ideato da Francesco Galli da Bibbiena. Il 26 maggio 1784, dopo soli due anni di lavori, il Teatro Sociale viene inaugurato con l’opera buffa “Giannina e Bernardone” di Domenico Cimarosa, ed entra pienamente a far parte della vita culturale e sociale della città.
100 anni
un teatro e il suo artistaCon lo scoppio della Prima Guerra Mondiale il Teatro viene chiuso, e tra il 1914 e il 1918 è utilizzato come deposito e stalla per i cavalli, rimanendo gravemente danneggiato. Sommariamente ripulito, nel 1919 il Teatro ospita in un’apertura occasionale l’opera “Francesca da Rimini” composta da un “giovanissimo artista, pianista poderoso e geniale compositore”: il roveretano Riccardo Zandonai. È la scintilla che riaccende l’amore di Rovereto per il suo Teatro. Il Teatro viene acquistato dal Comune e iniziano i necessari lavori di restauro. Dopo aver scartato l’ipotesi di abbattere i palchi per sostituirli con delle gradinate in cemento armato, la decisione è quella di mantenere lo stile storico dell’edificio. Il 30 aprile 1924 il Teatro restaurato riapre con “Giulietta e Romeo” di Riccardo Zandonai, al quale nel frattempo era stato intitolato: evento rarissimo per un artista ancora in vita.
12 anni
di difficili ma sorprendenti restauriUn’infestazione di tarli che minaccia la stabilità dei palchi è l’occasione per dare il via a un’impresa eccezionale: riportare il Teatro Zandonai al suo antico splendore. Sulla base dei documenti storici ritrovati con ricerche d’archivio si ricostruisce la storia degli interventi remoti e recenti, permettendo di recuperare e restaurare la facciata su Corso Bettini del 1871, il grande soffitto sopra la platea, i quattro ordini di palchi lignei e le decorazioni dei soffitti del foyer. Stucchi, velluti, vetri e specchi tornano a risplendere, rispondendo alle esigenze acustiche di quella che è a tutti gli effetti una gigantesca cassa armonica, capace di ospitare circa 500 persone inserendole in un unico, enorme strumento musicale. Iniziati nel 2002, i lavori si concludono nel 2014 e restituiscono alla città il Teatro del passato e del futuro.
10 anni
di nuova vitaFilologicamente perfetto ma con un cuore moderno. Così è oggi il Teatro Zandonai, tra i teatri storici meglio conservati a livello nazionale, ma anche dotato di una struttura tecnologica in grado di accogliere le maggiori produzioni internazionali. Completamente sbarrierato, con sistemi di sicurezza antincendio a vapore acqueo, è dotato di una buca per l’orchestra per la rappresentazione del repertorio operistico e di una torre scenica di 15 metri, che consente di realizzare effetti ad alto impatto scenico e illuminotecnico. Un teatro capace di guardare al futuro anche per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente. Grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel 2023 l’intera dotazione illuminotecnica è stata sostituita con luci led, consentendo un enorme risparmio energetico, economico e ambientale.